Scambio di prigionieri per liberare i pescatori italiani rapiti in Libia. La ricostruzione dei media pro Haftar.
TRIPOLI (LIBIA) – Scambio di prigionieri per liberare i pescatori italiani rapiti in Libia. E’ questa la ricostruzione (non confermata dagli inquirenti italiani n.d.r.) fatta dai media vicini ad Haftar. In particolare, sarebbero stati rilasciati quattro libici in una mediazione regionale.
I dettagli di questa presunta trattativa non sono stati svelati. La Procura, che ha ascoltato i pescatori subito dopo il ritorno nel nostro Paese, ha preferito mantenere il massimo riserbo su quanto successo in questi giorni.
Urso (FdI): “Si è trattato di un rapimento politico”
Adolfo D’Urso, vicepresidente Copasir e senatore di Fratelli d’Italia, ha commentato duramente questa vicenda: “Si è trattato di un rapimento politico che ha raggiunto il suo obiettivo, la sottomissione dell’Italia – ha detto il rappresentante di FdI, riportato da tpi.it – è quanto avevamo sostenuto nei nostri interventi in Aula e nelle nostre interrogazioni. Il ministro degli Esteri, invece, caparbiamente insisteva che avevano sbagliato i pescatori a inoltrarsi, a loro rischio, in quel mare conteso e che il sequestro non aveva nulla a che fare con la missione in Libia che si svolgeva proprio in quelle ore che mirava a delegittimare Haftar“.
“Il prezzo politico che l’Italia ha dovuto pagare – ha aggiunto – dimostra che il sequestro è stato effettuato solo al fine di costringere l’Italia a consacrare Haftar come unico interlocutore della Cirenaica […]. L’Italia ne esce umiliata, relegata a comparsa laddove era sempre stata protagonista“.
Approfondimenti in corso
Sono in corso gli approfondimenti della magistratura italiana per ricostruire meglio quanto successo e i giorni in prigionia in Libia. Gli inquirenti preferiscono mantenere il massimo riserbo su quanto accaduto e nelle scorse ore sono stati ascoltati i 18 pescatori. Interrogatori che potrebbero proseguire anche nelle prossime settimane per cerare di accertare la vicenda.